Introduzione di sr Anna Maria Parenzan

Benvenute a questo evento importante di Congregazione. Ci accoglie san Paolo, in questa casa a lui dedicata, ci accolgono il nostro amato Fondatore e la nostra carissima Maestra Tecla.

Ci accoglie Maria, la Vergine della Visitazione, la Vergine dell’incontro che abbiamo voluto come icona di questa nostra assemblea. Ci sentiamo tutte nell’abbraccio di questa nostra Madre mentre porta in sé l’Eterno atteso, realizzazione di ogni promessa; mentre risuonano in lei canti di gioia per le grandi opere che il Signore compie in coloro che gli si affidano.

Tutto ci parlerà, in questi giorni di incontro, comunione, dialogo… Avremo molte occasioni per confrontarci, condividere tra noi e sentire la bellezza della nostra unità nella diversità delle provenienze, lingue, culture. Gusteremo la gioia di essere «cittadine del mondo», di «guardare il nostro luogo dalla prospettiva del mondo»… ma soprattutto dalla prospettiva di Dio.

Sentiamo vicine e ringraziamo con tutto il cuore le sorelle, specialmente quelle più ammalate e anziane, che offrono e intercedono per noi, perché l’Intercapitolo sia un evento colmo di grazie e benedizioni.

Ringraziamo vivamente le sorelle che con tanto impegno, entusiasmo e amore hanno preparato quest’assemblea, prevedendo, nei minimi dettagli, quanto serve per una realizzazione efficace dei nostri lavori.

Grazie a sr Anna Caiazza e a sr Lucia Kim, a sr Angela Grant, a sr Teresa Marcazzan, a sr Annunciata Bestetti che hanno formato la Commissione preparatoria. Grazie in particolare a sr Anna che ci indicherà i passi metodologici più adeguati (elaborati all’interno della Commissione preparatoria) per raggiungere gli obiettivi di questa assemblea.

Grazie alle sorelle che con molta disponibilità hanno accolto di collaborare nelle équipe di informazione, redazione, ricreazione o nel servizio liturgico e fotografico. Grazie fin d’ora a sr Lucia Simula e alle sorelle che l’affiancheranno per rendere sereno il nostro soggiorno in questa casa.

Sono membri dell’Assemblea intercapitolare, per diritto, le sorelle del Governo generale e le Superiore delle diverse circoscrizioni. Per l’Italia, è stata invitata, come di consueto, anche una consigliera provinciale per favorire l’animazione a una provincia che ha circa 500 membri. Sr Hortensia, superiora delegata del Cile, per motivi di salute sarà sostituita da sr…..

Partecipano, per invito, le superiore delle case dipendenti: Casa generalizia, Albano, Via del Mascherino, Romania, Singapore.

Arricchiscono l’Assemblea la traduttrice per la lingua coreana, sr Antonia Park, e per la lingua inglese, sr Cristiana D’Aniso.

L’Intercapitolo non è un incontro tra i tanti. È, dopo il Capitolo generale, l’Incontro più importante del sessennio.

Come già sottolineavo nella lettera di indizione, lo scopo dell’Intercapitolo è quello descritto nelle Costituzioni (Cost. 176):

  • verificare l’assunzione degli orientamenti emersi nell’ultimo Capitolo generale;
  • trattare argomenti importanti e urgenti;
  • mettere a fuoco la programmazione del prossimo triennio, individuando eventuali priorità di cammino.

L’assemblea intercapitolare non ha potere di emanare nuove leggi, ma certamente un’assemblea così qualificata ha un peso importante di riflessione e di orientamento per il cammino della Congregazione.

Avremo la possibilità, in queste giornate, di “ascoltare” – soprattutto con il cuore – il cammino che la Congregazione sta facendo in ogni parte del mondo; di valutare il nostro percorso e di adeguarlo alla realtà odierna; di protenderci in avanti, verso l’11° Capitolo generale, non rimandando però a dopo quelle scelte che si possono già fare oggi, che abbiamo il dovere di fare oggi perché sono indilazionabili.

Siamo invitate a spalancare il cuore alla realtà globale della Congregazione dimenticando per qualche tempo il nostro piccolo mondo, le nostre piccole o grandi preoccupazioni, per accogliere in noi le preoccupazioni, le gioie, le attese della Chiesa, della Congregazione, di ogni nostra comunità.

Il clima dell’Intercapitolo

Il percorso dell’Intercapitolo sarà illuminato dal tema, che ci porrà in una continuità ideale con il 10° Capitolo generale e con il Seminario sulla mistica apostolica, da poco celebrato.

Crediamo e perciò comunichiamo
LA GIOIA DEL VANGELO E LA BELLEZZA DEL CARISMA

Un tema che siamo invitate a leggere nell’ottica dell’espressione alberioniana: «Quando si ha nel cuore il fuoco si trovano tante iniziative e tante industrie. Il vero amore è quello che si mostra con la fatica di ogni giorno per l’apostolato: esso fa pensare, organizzare, correre»[1].

Anticipando di diversi decenni gli orientamenti ecclesiali attuali, don Alberione sollecitava le Figlie di San Paolo a una vita unificata nell’amore:

L’apostolato… è il frutto di vita intensa, interiore. Suppone un cuore acceso, che non può contenere e comprimere l’interno fuoco…[2].

«Credere e comunicare» è, per noi, un binomio inscindibile, la nostra più vera identità. Siamo chiamate, infatti, a essere persone che manifestano e irradiano il Maestro divino che abita in noi; persone che si lasciano “ferire” dalla Paola per divenire “apostole della Parola”, per comunicare quel “fuoco d’Amore” che avvolge la nostra esistenza.

Solo se l’annuncio parte dal fuoco dell’amore, dal fuoco della carità, diventa fecondo. Per il beato Alberione, la comunicazione del Vangelo è infatti la carità «più sublime» ed essenziale che si possa offrire agli uomini e alle donne di ogni tempo e cultura: «Nessuna più grande ricchezza si può dare a questo mondo povero e orgoglioso che Gesù Cristo» (AD 182).

È questo fuoco nel cuore la forza unificante, il fondamento di quella dimensione “docente” dell’apostolato a cui, fin dagli inizi, don Alberione ci ha esortate. Egli è stato davvero instancabile nell’incoraggiare, stimolare, sospingere verso orizzonti sempre più vasti e profondi perché «A tutti siamo debitori per la natura della vocazione e secondo l’esempio di San Paolo e secondo il cuore di Gesù Cristo Maestro divino»[3].

Ci sollecita il suo ripetuto invito: «Riempite il vostro cuore. Come il vaso quando è pieno d’acqua, il nostro cuore sia pieno di Dio, allora lo riversiamo sugli altri» (FSP 1966, inedito).

E Papa Francesco ci incoraggia:

Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Notizia non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio… Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano… Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, il fervore si spegne… (EG 259, 262).

In ideale continuità con il Seminario sulla mistica apostolica

I contenuti, le scelte, il vissuto del Seminario sulla mistica apostolica, risuoneranno spesso nelle prossime giornate perché abbiamo voluto che il Seminario non si concludesse definitivamente ma si ponesse in una continuità logica con questa assemblea.

Quelle giornate sono state un invito a vivere tutta l’esistenza «davanti a Dio» (cfr. Gen. 17,1) per superare la frammentarietà e giungere all’unificazione interiore, per «dire Dio» con la vita e con ogni linguaggio della comunicazione.

L’Intercapitolo sarà certamente la cornice ideale dove troverà piena risonanza quanto abbiamo condiviso e sperimentato nel Seminario. Desideriamo infatti che quelle importanti riflessioni e l’individuazione delle priorità per il cammino futuro, siano affidate alla Congregazione attraverso la vostra mediazione.

Anche per questo abbiamo voluto che l’animazione, la trasmissione dei contenuti del Seminario a tutte le sorelle si unisse a quella dell’Intercapitolo, per concentrare le proposte e proporre un cammino unitario che segni una rinnovata profondità di vita.

«Lo Spirito Santo opera nel corpo»

Siamo tutte corresponsabili dell’itinerario che tracceremo per il futuro, della testimonianza che la Congregazione sarà chiamata a dare nella Chiesa e nel mondo; ogni sorella possiede una propria esperienza per discernere le nuove strade che lo Spirito va aprendo. Ricordiamo quanto Papa Francesco ha affermato:

Una Chiesa sinodale, è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare[4].

Siamo chiamate a riscoprire la responsabilità di essere profezia come comunità, di ricercare insieme, con umiltà e con pazienza… di essere come antenne pronte a cogliere i germi di novità che lo Spirito suscita anche in questo nostro tempo.

Don Alberione ci sollecitava:

Curare e utilizzare le ispirazioni, i lumi che vengono dai membri… Occorre dare molta importanza ai membri dell’Istituto. Lo Spirito Santo opera nel corpo (SdC 329-330).

Il Papa ci invita ad abbandonare il comodo «si è sempre fatto così», a essere audaci e creative nel ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori… (cfr. EG 33).

Ci chiediamo spesso quali aspetti del nostro carisma dovrebbero emergere in questo tempo, come concentrare l’annuncio sull’essenziale, come far risplendere oggi la bellezza dell’amore salvifico di Dio (EG 36), come non far perdere al messaggio la freschezza e il «profumo di Vangelo» (EG 39).

Dall’incontro di Maria con Elisabetta, vorremmo imparare lo stile di una comunicazione che tocchi il cuore, accenda la vita perché questa cominci a brillare, a crescere…

«Cristo in voi»

Viviamo questa esperienza nella gioia dell’incontro, nel rendimento di grazie, nella speranza che non si basa sui nostri “carri e cavalli”, cioè sulle nostre forze, sui nostri numeri, ma su Colui nel quale abbiamo riposto la nostra fiducia.

Nelle giornate di riflessione e di discernimento che ci attendono, ci accompagni la Vergine della Visitazione, colei che il Fondatore indica come il «Tabernacolo vivente di Cristo» perché porta in sé e comunica Gesù. Lei invochi e ottenga su di noi l’effusione dello Spirito perché ci illumini, ci guidi, spinga la Congregazione dove il Padre desidera.

Lo scrittore cristiano Origene raffigura in modo molto plastico l’immagine dei missionari del Vangelo e li paragona a una donna incinta che cammina portando fra la gente una vita nuova:

Passare nel mondo portando il Verbo, portando colui che ti porta, in cammino verso l’intera umanità, una vita con dentro un’altra vita, uno e due al tempo stesso, come la madre e il bambino dentro il suo grembo. Questa è tutta la ricchezza del mistero… Cristo in voi (Col 1,27).

È l’augurio che vicendevolmente ci porgiamo mentre, con la grazia di Dio, iniziamo i nostri lavori.

Roma, 5 settembre 2016


[1] FSP46-49, p. 580.
[2] Relazione tenuta dal Primo Maestro al Congresso dei Religiosi, 16 dicembre 1950.
[3] Editoriale del 1° numero della rivista Via Verità e Vita.
[4] Papa Francesco, 17 ottobre 2015.